Nell’Aula magna del Liceo Chris Cappell College di Anzio, in occasione della Giornata della Memoria, ha avuto luogo una toccante conferenza dedicata al sig. Piero Terracina, un superstite della Shoa ed ex-presidente del “Progetto Memoria” venuto a mancare nel dicembre dello scorso anno. L’evento, che ha registrato una notevole affluenza non solo a livello studentesco, ha infatti coinvolto i presenti in un viaggio indietro nel tempo per ripercorrere attraverso quei tragici avvenimenti la cruda realtà che ha segnato il destino dell’umanità moderna. La conferenza ha avuto quindi inizio con i ringraziamenti del Dirigente scolastico Daniela Pittiglio e con il saluto dell’Assessore Velia Fontana: “Mi auguro che questo sia l’inizio di un percorso di consapevolezza costante e non la fine di un progetto poiché si possa, con la memoria nel cuore, affacciarsi al futuro”.
Il futuro però è stato anche il tema centrale del radiodramma dal titolo “Vivrai anche per me” riprodotto in apertura. Lo stesso, realizzato dall’istituto per il “Concorso MIUR sulla Shoa”, sottolinea infatti l’importanza di tenere vivo il ricordo dell’identità europea fondata sull'accoglienza e la solidarietà in nome della quale non può scaturire nuovamente la “sofferenza dell’uomo annientato da un altro uomo che si arroga il diritto di scegliere chi è umano e chi no”.
La memoria di fatto non sostituisce la storia, ma la fa rivivere dando nuovamente corpo e consistenza ad eventi che, altrimenti, cadrebbero inevitabilmente nell’oblio a causa dello scorrere del tempo. Per tale ragione preziosi e fondamentali sono stati gli interventi di della dott.ssa Sandra Terracina e della signora Laura Supino che, facendosi carico dell’onere di narrare dolorose storie di vita vissuta, hanno saputo porre l’accento sull’assurdità dell’infondata distinzione razziale e sulla necessità di conservare come valore prezioso l’empatia verso il prossimo e la capacità di discernimento anche di fronte alle scelte collettive giustificate da ideologie tutt’altro che razionali. "Per me è difficile - afferma Terracina - ora più che mai, adempiere a questo compito avendo Piero alle spalle e non affianco, ma la storia di un uomo che ha subito il carcere in seguito alla denuncia da parte di un vicino di casa deve far riflettere anche se non narrata in prima persona”.
A differenza del sig. Piero Terracina invece la sig. Supino è riuscita a salvarsi dal rastrellamento tedesco grazie alla solidarietà di uomini non disposti a vendere la vita altrui per 5.000 lire l’uno, ma sottolinea come sia straziante per una famiglia arrivare alla consapevolezza di doversi separare per non rischiare la morte e l’assurdità di alcune razzie compiute in quegli anni: “In seguito alla famosa richiesta di 50 chili d’oro da parte dei nazisti venne compiuta un’incursione nella sinagoga cittadina. I più antichi e pregiati testi della biblioteca vennero rubati e, anni dopo, scoprimmo che in quel caso il fine ultimo non era quello di distruggerli bensì di esporli in un vero e proprio museo della razza estinta da allestire alla fine del conflitto.”
A queste scioccanti parole è seguita la riproposizione musicale curata dai professori Massimo Balla, Rossella Pelagalli e Elisabetta Cagni di brani quali “Schindler’s List”, “Melodia sospesa”, “La vita è bella” e dell’Inno ebraico capaci di descrivere, attraverso le note, l’indicibile agonia di quegli avvenimenti.
A chiudere l’evento invece la commovente lettura, in latino e in italiano, da parte di due allievi del Liceo classico di un inno alla pace composto dallo stesso moderatore dell’evento professor Andrea Marcellino.
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